Colecisti e cistifellea sono la stessa cosa? Facciamo chiarezza
Quando si parla di disturbi digestivi o si leggono referti medici, è facile imbattersi nei termini colecisti e cistifellea. A volte sembrano usati come sinonimi, altre volte come se indicassero strutture diverse. È comprensibile, quindi, che questa apparente ambiguità possa generare confusione, soprattutto se si affrontano per la prima volta esami o consulti specialistici.
Ma allora, colecisti e cistifellea sono la stessa cosa? La risposta è sì! I due termini, infatti, indicano lo stesso organo senza alcuna differenza anatomica o funzionale. Si tratta di una distinzione puramente linguistica: colecisti è il termine medico, cistifellea è il suo equivalente più comune e colloquiale.
Vediamo meglio cos’è, quale ruolo svolge nel nostro organismo e quando può dare problemi.
Cos’è la colecisti (o cistifellea) e qual è la sua funzione
La colecisti è un piccolo organo a forma di sacchetto, lungo circa 7–10 cm, situato sotto il fegato, nella parte superiore destra dell’addome. La sua funzione è quella di immagazzinare e concentrare la bile, detta anche fiele: una sostanza prodotta dal fegato che interviene nel processo digestivo e aiuta a digerire i grassi.
Durante i pasti, soprattutto dopo l’assunzione di cibi ricchi di lipidi, la colecisti si contrae e rilascia la bile duodeno (il primo tratto dell’intestino tenue), attraverso il dotto biliare. In questo modo, il fiele aiuta a scomporre i grassi, rendendoli assimilabili.
Sebbene non sia un organo vitale, la colecisti – o cistifellea – svolge un ruolo preciso nell’apparato gastrointestinale: un suo malfunzionamento, come nel caso della formazione di calcoli o di un’infiammazione, può provocare sintomi fastidiosi e influire negativamente sulla digestione, oltre che sul benessere generale.
Perché si parla di colecisti e di cistifellea se sono la stessa cosa?
Una volta compresa la funzione dell’organo, chiariamo meglio la questione linguistica. Come anticipato, la differenza sta semplicemente nell’origine e nell’uso dei termini:
- Colecisti, dal greco chole (bile) e kystis (vescica), è il termine medico-scientifico, usato in ambito clinico e nei referti specialistici.
- Cistifellea, invece, è il termine più comune, presente nel linguaggio quotidiano, e il nome richiama l’idea della “sacca della bile” (dal latino fellea).
Proprio come avviene per altri organi (colon/intestino crasso, faringe/gola), non cambia la struttura, ma solo il modo di nominarla a seconda del contesto.
Quando la colecisti dà problemi: sintomi, disturbi e segnali da non ignorare
Uno dei disturbi più frequenti legati alla cistifellea, o colecisti, è la litiasi biliare, ovvero la formazione di calcoli all’interno della bile. Questi piccoli aggregati solidi possono ostruire i dotti biliari o infiammare la parete dell’organo, provocando sintomi come:
- dolore nella parte superiore destra dell’addome, talvolta irradiato alla spalla;
- nausea, vomito o difficoltà digestive dopo i pasti, soprattutto se ricchi di grassi;
- senso di gonfiore o pesantezza;
- febbre o comparsa di ittero, nei casi più avanzati.
Oltre alla litiasi biliare, esistono altre condizioni patologiche legate alla cistifellea, come la colecistite (infiammazione che può essere acuta o cronica), la discinesia biliare (alterazione della contrattilità) o la presenza di polipi.
Per questo motivo, una diagnosi accurata è fondamentale per comprendere l’origine dei disturbi e pianificare il trattamento più appropriato.
Diagnosi e trattamento: quando rivolgersi a uno specialista
Una volta compreso che colecisti e cistifellea sono la stessa cosa, in presenza di sintomi ricorrenti, dolore addominale, è consigliabile rivolgersi a uno specialista per una valutazione approfondita. In genere, un’ecografia dell’addome è sufficiente per evidenziare la presenza di calcoli o anomalie. Altri esami, come la colangio-RM o esami del sangue, possono essere richiesti in base al quadro clinico.
Quando la colecisti è causa di disturbi frequenti o complicazioni, l’approccio più indicato è spesso l’intervento chirurgico di colecistectomia, ovvero la rimozione dell’organo. Oggi, questo intervento si esegue nella maggior parte dei casi con tecnica laparoscopica, un approccio mininvasivo che consente un recupero rapido, cicatrici minime e una bassa incidenza di complicanze.
Il Prof. Marcello Gasparrini, specialista in chirurgia laparoscopica e robotica, esegue regolarmente interventi per patologie della colecisti, personalizzando ogni trattamento in base alla condizione clinica del paziente e al quadro diagnostico.
Hai sintomi compatibili con una disfunzione della colecisti? Prenota una visita specialistica per ricevere una valutazione completa e chiarire ogni dubbio.