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Che differenza c’è tra chirurgia robotica e laparoscopia?

differenza tra chirurgia robotica e laparoscopia

Tecniche a confronto: qual è la differenza tra chirurgia robotica e laparoscopia?

Negli ultimi decenni, la chirurgia ha vissuto una vera e propria trasformazione, grazie all’introduzione di tecniche sempre più sofisticate, che permettono di intervenire con maggiore precisione e con una serie di vantaggi per il paziente.

Tra gli approcci mininvasivi più diffusi troviamo la chirurgia laparoscopica e la chirurgia robotica, due metodiche che – pur condividendo molti principi – si distinguono per strumenti utilizzati, modalità operative e ambiti di applicazione.

Ma quale scegliere? E soprattutto, qual è la differenza tra chirurgia robotica e laparoscopia? Scopriamolo insieme.

 

Come funzionano la chirurgia robotica e la laparoscopia? Ecco la differenza

Come anticipato, tra le tecniche mininvasive più innovative ci sono la chirurgia laparoscopica e la chirurgia robotica: due approcci che condividono il principio dell’accesso miniaturizzato, ma si distinguono per strumenti utilizzati, modalità operative e potenzialità tecniche.

Nella laparoscopica, il chirurgo manovra direttamente gli strumenti da fuori il corpo, guardando su un monitor ad alta definizione che trasmette le immagini dalla telecamera introdotta nell’addome. La tecnica prevede:

  • incisioni di pochi millimetri (0,5–1 cm);
  • introduzione di laparoscopio e strumenti operatori;
  • visione 2D o 3D del campo operatorio;
  • esecuzione manuale dell’intervento, guidata dall’esperienza del chirurgo.

È una tecnica consolidata, solitamente eseguita in anestesia generale, e utilizzata per patologie dell’apparato digerente, ginecologico, urologico e oncologico. I vantaggi della chirurgia laparoscopica sono ben noti: minor dolore post-operatorio, ricovero più breve, ripresa più rapida delle attività quotidiane, cicatrici minime e minore rischio di infezioni.

La chirurgia robotica – con il sistema Da Vinci – rappresenta l’evoluzione più tecnologica della laparoscopia. Il principio mininvasivo è lo stesso, ma a cambiare radicalmente è il modo in cui il chirurgo esegue l’intervento: non manovra più direttamente gli strumenti, ma siede a una consolle da cui controlla ogni movimento dei bracci robotici in tempo reale.

Quindi, contrariamente a quanto si possa pensare, non è il robot a operare da solo. La tecnologia, potenzia la precisione del gesto chirurgico, rendendo possibili movimenti millimetrici più delicati, precisi e privi di tremore, anche in spazi anatomici complessi, il tutto con una visione tridimensionale ingrandita e stabile. Questi, come molti altri benefici, si rivelano particolarmente efficaci in ambito colorettale, oncologico addominale, gastrointestinale e nelle patologie del pavimento pelvico.

Robotica o laparoscopia? Quando si sceglie una tecnica rispetto all’altra

Entrambe le tecniche sono valide, moderne e sicure, ma la scelta tra chirurgia robotica e laparoscopia dipende da una serie di valutazioni che riguardano:

  • il tipo di intervento, ma anche la sua complessità tecnica;
  • la sede anatomica da trattare;
  • le caratteristiche del paziente, e l’eventuale presenza di altre patologie associate.

In ambito oncologico, ad esempio, e in particolare nel trattamento delle neoplasie colorettali, il team chirurgico valuta se adottare un approccio laparoscopico o uno robotico sulla base di diversi criteri, tra cui:

  • Sede del tumore: la chirurgia robotica offre maggiore vantaggio nei tumori situati nel retto medio e basso, dove l’anatomia pelvica rende più complesso l’accesso e la dissezione.
  • Stadio di malattia: per tumori localizzati e poco estesi può essere sufficiente l’approccio laparoscopico; nei casi più complessi o avanzati, la chirurgia robotica consente un controllo maggiore e manovre più precise.
  • Comorbidità e condizioni generali del paziente: che possono influenzare la tolleranza all’intervento e il tipo di approccio da preferire.

A fare la differenza, inoltre, è sempre l’esperienza del chirurgo e la disponibilità tecnologica del centro: un chirurgo formato in entrambi gli approcci è in grado di scegliere consapevolmente la tecnica più adatta, calibrandola sulle esigenze del singolo paziente.

È quindi importante sottolineare che chirurgia robotica e laparoscopica non sono tecniche in competizione, ma complementari. La scelta dell’una o dell’altra si basa su un principio fondamentale: garantire il trattamento più efficace, con il minor impatto possibile sul benessere e sulla qualità di vita del paziente.

 

A chi rivolgersi per un intervento di chirurgia mininvasiva

Abbiamo visto in cosa consiste la differenza tra chirurgia robotica e laparoscopia, e quanto entrambe possano rappresentare una soluzione efficace e sicura. Tuttavia, al di là della tecnologia impiegata, il fattore umano resta determinante: affidarsi a uno specialista con competenze avanzate in entrambi gli approcci è fondamentale per garantire il miglior trattamento possibile, calibrato sulle esigenze cliniche del singolo caso.

Il Prof. Marcello Gasparrini, specialista in chirurgia robotica e laparoscopica, utilizza quotidianamente entrambi gli approcci, scegliendo di volta in volta quello più adatto al singolo caso, soprattutto nel trattamento delle patologie dell’apparato digerente, colorettali, oncologiche e pelviche.

Se hai ricevuto un’indicazione chirurgica e vuoi sapere quale approccio è più indicato per il tuo caso, contattaci per una visita specialistica.

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