Come si manifesta il tumore al colon? Ecco cosa sapere, dai sintomi all’intervento
Il tumore al colon è una delle neoplasie più comuni nei Paesi occidentali, con un’incidenza in aumento anche tra i più giovani. Si sviluppa a partire dalla mucosa del colon e, se diagnosticato precocemente, può essere curato efficacemente, spesso con finalità radicali.
Tuttavia, come accade per molte malattie oncologiche, il fattore tempo è cruciale: riconoscere i segnali precoci e intervenire tempestivamente può fare la differenza.
In questo articolo, dunque, approfondiremo come si manifesta il tumore al colon, quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione e quando è indicato un intervento chirurgico, per affrontare con consapevolezza e più serenità il percorso diagnostico e terapeutico.
Tumore al colon: come si manifesta? Sintomi, segnali e variazioni cliniche
Il tumore al colon può avere un decorso insidioso, spesso asintomatico nelle fasi iniziali o con sintomi facilmente confondibili con disturbi intestinali comuni. In molti casi, infatti, la malattia si sviluppa in modo silenzioso e viene scoperta solo in fase avanzata.
Eppure, ci sono alcuni segnali da non sottovalutare, soprattutto se persistenti o ricorrenti, tra cui:
- presenza di sangue nelle feci, che può essere rosso vivo o scuro (melena);
- alterazioni dell’alvo intestinale, come diarrea o stitichezza insolite e prolungate oltre 6 settimane;
- sensazione di evacuazione incompleta, o tenesmo rettale, cioè il continuo stimolo a evacuare anche senza emissione di materiale;
- dolore o fastidio addominale persistente, con crampi o senso di gonfiore;
- perdita di peso involontaria e anemia, spesso legata a sanguinamenti cronici non visibili a occhio nudo;
- affaticamento e debolezza persistenti, anche senza cause apparenti.
È importante sottolineare che i sintomi possono variare a seconda della localizzazione del tumore: i tumori del colon destro spesso si manifestano più tardi e con sintomi aspecifici, mentre quelli del colon sinistro e del retto tendono a dare segnali più evidenti come alterazioni dell’alvo e sanguinamento.
Alcuni soggetti, in particolare, possono non avvertire alcun disturbo fino a stadi molto avanzati. Per questo motivo, la prevenzione e i controlli periodici giocano un ruolo fondamentale, soprattutto a partire dai 50 anni o in presenza di familiarità.
Sospetto di un tumore al colon: ecco cosa fare e l’iter diagnostico da seguire
In presenza di sintomi sospetti o di un sospetto clinico, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a uno specialista, che provvederà a delineare un percorso diagnostico. In particolare, quello per il tumore al colon prevede:
- Colonscopia con biopsia, esame chiave che permette di visualizzare direttamente l’interno del colon e prelevare campioni di tessuto per l’analisi istologica.
- TAC addome e torace con mezzo di contrasto, per valutare l’estensione del tumore e la presenza di eventuali metastasi.
- Esami del sangue e marcatori tumorali – come il CEA (Antigene Carcinoembrionario) – utili per monitorare la malattia.
- Risonanza magnetica pelvica, indicata in caso di sospetto coinvolgimento del retto.
Una volta completati gli accertamenti, si procede alla stadiazione del tumore, cioè alla definizione della sua estensione e del coinvolgimento linfonodale o sistemico: un passaggio essenziale per decidere il trattamento più adeguato e valutare se e quando intervenire chirurgicamente.
Quando operare un tumore al colon e perché la chirurgia fa la differenza
Dopo aver visto come si manifesta un tumore al colon, capire cosa fare dopo gli accertamenti è fondamentale per agire in modo tempestivo. Sicuramente, la chirurgia rappresenta il trattamento principale per la maggior parte dei tumori del colon localizzati o localmente avanzati.
L’operazione consente infatti di rimuovere la lesione tumorale insieme a una porzione di intestino sano e ai linfonodi circostanti, per garantire una resezione oncologicamente completa e limitare il rischio di recidive.
L’indicazione chirurgica dipende da:
- Stadio della malattia: nei tumori localizzati la chirurgia è spesso il primo trattamento; nei casi più avanzati può essere preceduta da chemioterapia o terapie sistemiche.
- Localizzazione della lesione: il tipo di resezione varia in base al tratto di colon interessato.
- Condizioni generali del paziente: valutazioni cliniche e anestesiologiche sono fondamentali per scegliere tempi e modalità dell’intervento.
Oggi, la maggior parte degli interventi può essere eseguita con tecniche mininvasive, come la laparoscopia o la chirurgia robotica, che offrono numerosi vantaggi:
- minor dolore post-operatorio;
- cicatrici ridotte;
- recupero più rapido;
- minore impatto sul sistema immunitario;
- risultati oncologici comparabili alla chirurgia tradizionale, se eseguiti da mani esperte.
In ambito colorettale oncologico, la chirurgia robotica, in particolare, sta assumendo un ruolo crescente nei casi complessi o in sedi anatomiche difficili come il retto, migliorando la precisione dell’intervento e la qualità del recupero.
Il Prof. Marcello Gasparrini, con una solida esperienza nella chirurgia robotica e mininvasiva dell’apparato digerente, rappresenta un punto di riferimento in questo ambito.
Se hai sintomi sospetti o ti è stato diagnosticato un tumore al colon, contattaci per prenotare una visita specialistica e ricevere una valutazione approfondita e un percorso terapeutico personalizzato.